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.«Come vedi, caro Hastings, siamo di fronte a una personalità singolarissima, al più bizzarro contrasto-di astuzia e di ingenuità, di ferocia e di magnanimità.Ma ci dev'essere un fattore dominante che giustificatali contrasti.È questo che dobbiamo scoprire.»«Al solito» borbottai.«Tu consideri ogni caso come uno studio psicologico.»«E come vuoi considerarlo? Finora siamo andati avanti a tentoni, senza conoscere l assassino.Orache l abbiamo in mano, che possiamo parlargli, mi accorgo che non lo conosciamo affatto, e ci troviamoancora in alto mare.»«È un ambizioso» azzardai.«Sì, questo potrebbe spiegare molte cose, ma non mi persuade.Vorrei sapere altre cose.Perché haucciso proprio quelle date persone? Perché proprioquelle?»«Per via dell alfabeto.»«Già, ma credi che in tutta Bexhill, per esempio, ci fosse soltanto Betty Barnard il cui cognomecominciava per B? Perché, ricordati, Betty era solo il diminutivo.Oh, dev'essere proprio così.Macerto!»Poirot doveva aver avuto una idea luminosa a giudicare dallo stato di profonda riflessione in cuicadde.Lo lasciai tranquillo.Dopo un poco sentii la sua mano che mi batteva sulla spalla.«Il mio Hastings!» esclamò.«Il mio buon genio!»«Cosa?»«Sei sempre stato il mio più valido aiuto, l'ho sempre detto.Tu mi porti fortuna, m'ispiri.»«Non capisco proprio che cosa posso averti ispirato.»«Mentre mi ponevo delle domande, poco fa, mi è tornata alla mente una tua osservazione, così chiarae limpida nella sua ovvia semplicità.Tu hai il genio di rilevare ciò che è semplice e ovvio, mentre io, disolito, ho il torto di trascurarlo.»«E quale sarebbe, questa mia brillantissima osservazione?» domandai ridendo.-«Brillantissima,proprio l'aggettivo esatto.In grazia tua è diventato tutto chiaro.Ho trovato la rispostaa tutte le mie domande: il motivo per i delitti di Andover, di Bexhill, di Churston, di Doncaster.E infine,cosa di estrema importanza, il perché l'assassino si è rivolto proprio a me.»«Vorresti avere la bontà di spiegarti?»«Non è il momento, caro.Ora ho bisogno di qualche altra informazione, che potrò avere dalla nostra-"brigata scelta".Più tardi, quando avrò le risposte che desidero, farò una visita a Cust e finalmente sitroveranno di fronte A.B.C.e Hercule Poirot, i due avversari.Farò parlare Cust e credi, amico mio, nonc'è cosa più pericolosa della conversazione."La parola è il mezzo di cui l'uomo si serve per nascondere ilproprio pensiero" ha detto un saggio; ma è anche un mezzo infallibile per far saltar fuori ciò che un altro-desidera tenere celato.Raramente un essere umano resiste alla tentazione di rivelare la propriapersonalità a chi sa indurlo con discorsi opportuni.Ci cascherà anche costui, Hastings.»«E che cosa pensi che Cust possa raccontarti?»«Una bugia» rispose Poirot sorridendo.«E da quella bugia io risalirò alla verità.»31Nei giorni che seguirono Poirot fu occupatissimo.Usciva spesso, rimaneva fuori a lungo, parlava pocoe si rifiutava di darmi qualsiasi spiegazione.Verso la fine della settimana, però, mi domandò se desideravo accom-pagnarlo a Bexhill e dintorni.Accettai con entusiasmo, ma poi mi avvidi che l'invito non era per me solo, ma per tutti i componenti la"brigata scelta".La prima visita, appena giunti a Bexhill, fu per i coniugi Barnard.Poirot chiese alla signora Agnes unresoconto particolareggiato del passaggio di Cust il 24 luglio.L'ora esatta, le parole scambiate e così via.-Andammo poi all'albergo dove Cust aveva alloggiato fino alla sera del ventiquattro luglio, e anche qui ilmio amico chiese i minuti particolari sull'arrivo e sulla partenza del rivenditore di calze.Da questiandirivieni non risultò nessun fatto nuovo, ma Poirot sembrava soddisfatto.Alla fine andammo sullaspiaggia nel punto esatto in cui era stato rinvenuto il cadavere di Betty, e qui Poirot si aggirò a lungo,esaminando minuziosamente la sabbia.Inostri amici sembrarono considerare inutili queste manovre, ma io-che conoscevo bene Poirot sapevo che lui non faceva mai nulla senza un motivo.Dalla spiaggia andammo al posteggio più vicino, poi fino alla piazza dove stazionavano i torpedoni chefacevano servizio con Eastbourne e finalmente Poirot c'invitò tutti al Caffè della Marina, dove laprosperosa Martha Higley ci servì un pessimo tè.Poirot si congratulò con la cameriera per la sua-floridezza.«Le ragazze inglesi» le disse «sono troppo magre.Voi, invece, avete delle forme perfette.Chegambe!»Martha gli rispose, lusingata, che i francesi sono sempre pronti a fare complimenti.Lei se neintendeva.Poirot non si curò di rettificare l'errore di Martha sulla sua nazionalità, ma continuò a guardarla inmaniera che mi parve sconveniente.«E adesso farò una corsa a Eastbourne» disse Poirot, alzandosi.«Non c'è bisogno che veniate anchevoi.Ma prima passiamo all'albergo, per prendere un cocktail: questo tè era abominevole.»Mentre stavamo centellinando le bibite, Frank Clarke osservò: «Monsieur Poirot è molto allegro,oggi.Si direbbe che abbia scoperto chissà cosa.Ma non avete trovato nulla circa il famoso alibi, vero?»«No, infatti.Ma ci vuol pazienza e vedrete che tutto si aggiusterà.»«Ma perché siete così contento?»«Perché vedo che una mia idea si conferma sempre più.» Poirot, che fino a quel momento avevaparlato in tono ilare, divenne serio e riprese: «Il mio amico Hastings, una volta, mi raccontò che daragazzo giocava con i compagni al "gioco della verità".A ciascuno, a turno, si rivolgevano tre domande, a-due delle quali bisognava rispondere con assoluta sincerità.La terza poteva essere annullata.-Naturalmente erano sempre domande indiscrete, ma prima di cominciare ogni ragazzo doveva giurare didire la verità, almeno a due domande su tre.«Conosciamo le regole» disse Margaret.«Benissimo.Vorrei giocare anch'io con voi» propose il mio amico.«Ma non vi farò tre domande.Miaccontenterò di una sola, a cui dovrete rispondere con sincerità assoluta.Ci state?»«Perché no?» rispose Clarke un po seccato.«Se volete divertirvi, fate pure, e padronissimi noi dirispondere ciò che vorremo.»«Ah, no! Io esigo, prima, il giuramento di dire la verità [ Pobierz caÅ‚ość w formacie PDF ]
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Perché, ricordati, Betty era solo il diminutivo.Oh, dev'essere proprio così.Macerto!»Poirot doveva aver avuto una idea luminosa a giudicare dallo stato di profonda riflessione in cuicadde.Lo lasciai tranquillo.Dopo un poco sentii la sua mano che mi batteva sulla spalla.«Il mio Hastings!» esclamò.«Il mio buon genio!»«Cosa?»«Sei sempre stato il mio più valido aiuto, l'ho sempre detto.Tu mi porti fortuna, m'ispiri.»«Non capisco proprio che cosa posso averti ispirato.»«Mentre mi ponevo delle domande, poco fa, mi è tornata alla mente una tua osservazione, così chiarae limpida nella sua ovvia semplicità.Tu hai il genio di rilevare ciò che è semplice e ovvio, mentre io, disolito, ho il torto di trascurarlo.»«E quale sarebbe, questa mia brillantissima osservazione?» domandai ridendo.-«Brillantissima,proprio l'aggettivo esatto.In grazia tua è diventato tutto chiaro.Ho trovato la rispostaa tutte le mie domande: il motivo per i delitti di Andover, di Bexhill, di Churston, di Doncaster.E infine,cosa di estrema importanza, il perché l'assassino si è rivolto proprio a me.»«Vorresti avere la bontà di spiegarti?»«Non è il momento, caro.Ora ho bisogno di qualche altra informazione, che potrò avere dalla nostra-"brigata scelta".Più tardi, quando avrò le risposte che desidero, farò una visita a Cust e finalmente sitroveranno di fronte A.B.C.e Hercule Poirot, i due avversari.Farò parlare Cust e credi, amico mio, nonc'è cosa più pericolosa della conversazione."La parola è il mezzo di cui l'uomo si serve per nascondere ilproprio pensiero" ha detto un saggio; ma è anche un mezzo infallibile per far saltar fuori ciò che un altro-desidera tenere celato.Raramente un essere umano resiste alla tentazione di rivelare la propriapersonalità a chi sa indurlo con discorsi opportuni.Ci cascherà anche costui, Hastings.»«E che cosa pensi che Cust possa raccontarti?»«Una bugia» rispose Poirot sorridendo.«E da quella bugia io risalirò alla verità.»31Nei giorni che seguirono Poirot fu occupatissimo.Usciva spesso, rimaneva fuori a lungo, parlava pocoe si rifiutava di darmi qualsiasi spiegazione.Verso la fine della settimana, però, mi domandò se desideravo accom-pagnarlo a Bexhill e dintorni.Accettai con entusiasmo, ma poi mi avvidi che l'invito non era per me solo, ma per tutti i componenti la"brigata scelta".La prima visita, appena giunti a Bexhill, fu per i coniugi Barnard.Poirot chiese alla signora Agnes unresoconto particolareggiato del passaggio di Cust il 24 luglio.L'ora esatta, le parole scambiate e così via.-Andammo poi all'albergo dove Cust aveva alloggiato fino alla sera del ventiquattro luglio, e anche qui ilmio amico chiese i minuti particolari sull'arrivo e sulla partenza del rivenditore di calze.Da questiandirivieni non risultò nessun fatto nuovo, ma Poirot sembrava soddisfatto.Alla fine andammo sullaspiaggia nel punto esatto in cui era stato rinvenuto il cadavere di Betty, e qui Poirot si aggirò a lungo,esaminando minuziosamente la sabbia.Inostri amici sembrarono considerare inutili queste manovre, ma io-che conoscevo bene Poirot sapevo che lui non faceva mai nulla senza un motivo.Dalla spiaggia andammo al posteggio più vicino, poi fino alla piazza dove stazionavano i torpedoni chefacevano servizio con Eastbourne e finalmente Poirot c'invitò tutti al Caffè della Marina, dove laprosperosa Martha Higley ci servì un pessimo tè.Poirot si congratulò con la cameriera per la sua-floridezza.«Le ragazze inglesi» le disse «sono troppo magre.Voi, invece, avete delle forme perfette.Chegambe!»Martha gli rispose, lusingata, che i francesi sono sempre pronti a fare complimenti.Lei se neintendeva.Poirot non si curò di rettificare l'errore di Martha sulla sua nazionalità, ma continuò a guardarla inmaniera che mi parve sconveniente.«E adesso farò una corsa a Eastbourne» disse Poirot, alzandosi.«Non c'è bisogno che veniate anchevoi.Ma prima passiamo all'albergo, per prendere un cocktail: questo tè era abominevole.»Mentre stavamo centellinando le bibite, Frank Clarke osservò: «Monsieur Poirot è molto allegro,oggi.Si direbbe che abbia scoperto chissà cosa.Ma non avete trovato nulla circa il famoso alibi, vero?»«No, infatti.Ma ci vuol pazienza e vedrete che tutto si aggiusterà.»«Ma perché siete così contento?»«Perché vedo che una mia idea si conferma sempre più.» Poirot, che fino a quel momento avevaparlato in tono ilare, divenne serio e riprese: «Il mio amico Hastings, una volta, mi raccontò che daragazzo giocava con i compagni al "gioco della verità".A ciascuno, a turno, si rivolgevano tre domande, a-due delle quali bisognava rispondere con assoluta sincerità.La terza poteva essere annullata.-Naturalmente erano sempre domande indiscrete, ma prima di cominciare ogni ragazzo doveva giurare didire la verità, almeno a due domande su tre.«Conosciamo le regole» disse Margaret.«Benissimo.Vorrei giocare anch'io con voi» propose il mio amico.«Ma non vi farò tre domande.Miaccontenterò di una sola, a cui dovrete rispondere con sincerità assoluta.Ci state?»«Perché no?» rispose Clarke un po seccato.«Se volete divertirvi, fate pure, e padronissimi noi dirispondere ciò che vorremo.»«Ah, no! Io esigo, prima, il giuramento di dire la verità [ Pobierz caÅ‚ość w formacie PDF ]