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.È una veritá riconosciuta da tutti, che nepubblici depositi può mancare una porzione del contan-te senza che perciò la carta perda il suo credito; ma con-viene che la circolazione sia in piena attivitá e che, men-tre una parte della nazione restituisce le sue carte,un altra depositi nuovi effetti.Ora, in Napoli da alcunianni era cessata del tutto l introduzione delle nuove spe-cie, poiché estinta era ogni industria nazionale, e queirapporti di commercio che soli ci eran rimasti colle altrenazioni erano tutti passivi.I tremuoti del 1783 e, piú detremuoti, l economia distruttiva della corte avean deso-late le Calabrie; due delle piú fertili province eran dive-nute deserte.Il disseccamento delle paludi Pontine e lacoltura che Pio sesto vi aveva introdotta ci avean tolto oalmeno diminuito un ramo utilissimo di esportazionede nostri grani.Noi avevamo altre volte un commerciolucrosissimo colla Francia, e quello che sulla Franciaguadagnavamo compensava ciò che perdevamo cogli in-glesi, cogli olandesi e coi tedeschi.La rivoluzione diFrancia, distruggendo le manifatture di Marsiglia e diLione, fece decadere il nostro commercio d olio e di se-te.Conveniva dare maggiore attivitá alle nostre manifat-ture di seta ed istituir delle fabbriche di sapone: esse sa-rebbero divenute quasi privative per noi, ed avremmoritratto almeno questo vantaggio dalla rivoluzione fran-19cese.Ma quest oggetto non importava ad Acton.Con-veniva serbare un esatta neutralitá, la quale, ne primiLetteratura italiana Einaudi 65 Vincenzo Cuoco - Saggio storico sulla rivoluzione napoletana del 1799anni della rivoluzione francese, avrebbe dato un immen-so smercio de nostri grani.Ma Acton e la regina crede-vano poter far morire i francesi di fame.Intanto i fran-cesi destarono i ragusei ed i levantini, dai quali ebbero ilgrano, e non morirono di fame: noi perdemmo alloratutto il lucro che potevamo ragionevolmente sperare, edoggi ci troviamo di aver acquistati in questo ramo dicommercio de concorrenti, tanto piú pericolosi inquanto che abitano un suolo egualmente fertile e sonopiú poveri di noi.Ci si permise il solo commerciocogl inglesi, poiché il commercio di Olanda era anchenelle mani dell Inghilterra, cioè ci si permise quel solocommercio che ci si avrebbe dovuto vietare: anzi, sicco-me l opinione della corte era venduta agl inglesi, cosíl opinione della nazione lo fu egualmente; e non mai lebrillanti bagatelle del Tamigi hanno avuta tanta voga sulSebeto, non mai noi siamo stati di tanto debitori agl in-glesi, quanto nel tempo appunto in cui meno potevamopagare.Questo disquilibrio di commercio ha tolto in ot-to o nove anni alla nazione napolitana quasi dieci milio-ni di suo danaro effettivo, oltre tanto, e forse anche piú,che avrebbe dovuto e che avrebbe potuto guadagnare,se il vero interesse della nazione si fosse preferito al ca-priccio di chi la governava.A tutti questi mali erasi aggiunto quello di una guerraimmaginata e condotta in modo che distruggeva il Re-gno, senza poterci far sperare giammai né la vittoria néla pace.Si manteneva da quattro anni un esercito di ses-santamila uomini ozioso nelle frontiere, ed il suo mante-nimento costava quanto quello di qualunque esercito at-tivo in campagna.Per conservar, come si dicea, la pacedel Regno, la quale si dovea fondar solo sulla buona fe-de del re, si richiesero nuovi soccorsi al popolo; e si ot-tennero.Si richiese non solo l argento delle chiese, maanche quello de privati, dando loro in prezzo delle carte20che non avevano alcun valore; e si ottenne.S imposeLetteratura italiana Einaudi 66 Vincenzo Cuoco - Saggio storico sulla rivoluzione napoletana del 1799una decima su tutti i fondi del Regno, la quale produce-va quasi il quarto di tutti gli altri tributi che giá si paga-vano.Ma tutte queste risorse, che non furono piccole, sidissiparono, si perdettero, passando per mani negligentio infedeli.Si spogliarono le campagne di cavalli, di muli, di bovi,che parte morirono per mancanza di cibo, parte si riven-dettero da quegl istessi che ne avean fatta la requisizio-ne.Si tolsero nella prima leva le migliori braccia all agri-coltura, allo Stato la piú utile gioventú, che, strappatadal seno delle loro famiglie, fu condotta a morire in SanGermano, Sessa e Teano: l aria pestilenziale di que luo-ghi e la mancanza di tutte le cose necessarie alla vita, inuna sola estate, ne distrussero piú di trentamila.Una di-sfatta non ne avrebbe fatto perdere tanti.Allora si vide quanto la nazione napolitana era ragio-nevole, amante della sua patria, ma nel tempo istesso ne-mica di opressioni e d ingiustizie.Erano due anni da chesi era ordinata una leva di sedicimila uomini, ma questaleva, commessa ad agenti venali, non era stata eseguita:la nazione vi aveva opposti tanti ostacoli, che pochissi-me popolazioni appena aveano inviato il contingentedelle loro reclute.Gli abitanti delle province del regnodi Napoli non amavano di fare il soldato mercenario,servo de capricci di un generale tedesco, che non cono-sce altra ordinanza che il suo bastone.La corte vide ilmale; la nuova leva fu commessa alle municipalitá o siaalle stesse popolazioni, ed i nuovi coscritti furon dichia-rati «volontari», da dover servire alla difesa della patriafino alla pace.Al nome di «patria», al nome di «volonta-ri», tutti corsero, e si ebbe in pochissimi giorni quasi ildoppio del numero ordinato colla leva.Ma questi stessi,un anno dopo, disgustati dai cattivi trattamenti dellacorte, e piú dalla sua mala fede, per la maggior parte di-sertarono.Essi erano volontari da servir fino alla pace; laLetteratura italiana Einaudi 67 Vincenzo Cuoco - Saggio storico sulla rivoluzione napoletana del 1799pace si era conchiusa, ed essi chiesero il loro congedo [ Pobierz caÅ‚ość w formacie PDF ]
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